top of page

Da ricordare

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

(Jorge Luis Borges)

 

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio

(Italo Calvino)

 

Le montagne si dovrebbero scalare con il minor sforzo possibile e senza fretta. La velocità dovrebbe essere determinata dallo stato d’animo dello scalatore. Se sei inquieto, accelera. Se rimani senza fiato, rallenta. Le montagne si scalano in un equilibrio che oscilla tra inquietudine e sfinimento. Poi, quando smetti di pensare alla meta, ogni passo non è soltanto un mezzo, ma un evento fine a sé stesso. Questa foglia ha l’orlo frastagliato. Questa roccia è più instabile. Da qui la neve è meno visibile, benché più vicina. Queste sono cose che dovresti notare comunque. Vivere soltanto in funzione di una meta futura è sciocco. E’ sui fianchi delle montagne,e non sulla cima, che si sviluppa la vita. Ma evidentemente senza la cima non si possono avere i fianchi. E’ la cima che determina i fianchi. E così saliamo…

(Robert M. Pirsig)

 

...ognuno di noi desidera un qualche tipo di sicurezza psicologica. Vogliamo sicurezza, se ne siamo privi ci sentiamo perduti. Vogliamo sicurezza dallo stato, dalla società, dai genitori, dalla religione... Leggete un libro e ne ricavate una idea alla quale aggrapparvi. Trovate un 'guru' e lo seguite. Convinti cercate di convincere altri. Ti aggrappi all'idea di credere nella reincarnazione o nella vita dopo la morte, che si possa individuare un credo superiore al quale aderire, abbiamo convinzione che questo può salvarci, può darci sicurezza. Chiusi nel proprio cerchio di convinzioni sappiamo che un Dio o una Legge o qualcosa nell'universo si occupa di noi, dando un senso all'esistenza stessa…

(Jiddu Krishamurti)

 

...lei, caro professore, potrebbe informare i suoi allievi che la letteratura serve per educare i nostri sentimenti, che non abbiamo come dote naturale ma come evento culturale. La natura infatti ci fornisce gli "impulsi" che hanno come loro espressione non la parola, ma i gesti...
L'"emozione" è già un evento psichico che segnala la risonanza emotiva che gli eventi del nostro mondo, e le risposte che noi diamo a essi, producono in noi. Quando i nostri giovani dicono che al sabato sera in discoteca si calano una pastiglia di ecstasy per "emozionarsi", segnalano che per passare dall'impulso all'emozione hanno bisogno della chimica. E così denunciano che la loro psiche è apatica e non registra alcuna risonanza emotiva a quanto in generale avviene intorno a loro...
Dall'emozione si passa al "sentimento", che non è un tratto naturale, ma culturale. A differenza dell'emozione, il sentimento è un elemento cognitivo. Kant dice ad esempio che la differenza tra il bene e il male ognuno la "sente" naturalmente da sé. Le mamme capiscono i bisogni dei loro neonati, che ancora non parlano, perché li amano. Gli innamorati capiscono il significato recondito di ogni gesto dell'altro, perché si amano...
Senza più dèi, oggi impariamo a conoscere i sentimenti attraverso la letteratura che ci insegna cos'è l'amore in tutte le sue varianti, e cosa sono il dolore, la disperazione, la speranza, la noia, lo spleen, la tragedia, la gioia. Una volta appresi questi sentimenti, siamo in grado di conoscere quello che proviamo, e, grazie alla descrizione letteraria, anche il corso e l'evoluzione del nostro stato d'animo. Questo è molto importante, perché è angosciante soffrire senza sapere di che cosa, così come suicidarsi perché l'angoscia non conosce il percorso dei sentimenti e il loro approdo, che un tempo i miti descrivevano, e oggi la letteratura descrive.

(Umberto Galimberti)

 

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più povero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia

(Nazim Hikmet)

bottom of page